Figli degli hamburger 🍔
Gli Stati Uniti d'America sono ovunque e da sempre. In tv con i Simpson, nei fast-food con gli hamburger, nella carbonara con il bacon, in diversi stati con delle sedi NATO, in altri coi carri armati, al cinema, su Netflix, nella radio, nella musica, nei fumetti, nell’arte e nella letteratura.
A volte sono stati di ottima compagnia, a volte meno, ma la loro onnipresenza ci ha fatto l’effetto che ci fa frequentare quell’amico toscano per tanto tempo. Prima o poi cominci a dire ganzo, cominci a dire mi garba.
Gli U.S.A. ci hanno stordito con le loro manie di grandezza tanto che noi altri, a volte gliele recriminiamo, e molte volte invece finiamo per alimentarle, confermandogli il fascino e il potere che esercitano sull’occidente (lo hanno inventato loro?) e il mondo.
La mia amica Taylor Swift di Dr.Pira
Good Intentions - di Pietro Forti e Simone Martuscelli
Ciao!
Siamo Pietro e Simone, e fa sempre molto piacere scrivere questa intro. Questa volta però lo spazio a nostra disposizione è molto limitato, quindi non andremo oltre con i convenevoli. ll motivo per cui ci facciamo sentire è quella robetta che succede tra poco negli Stati Uniti di cui forse avrete sentito parlare.

Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dall’elezione del Parlamento europeo più a destra di sempre - e dalla pausa del progetto Buone Intenzioni, almeno per ora - che ci siamo trovati catapultati in un altro voto enorme, il più importante di questo 2024 in cui il materiale per i nerd elettorali non è mancato.
E il nostro silenzio sarebbe continuato, se non fosse stato per il buon Faro e la sua malsana idea di coinvolgerci per chiacchierare a briglie sciolte delle elezioni Usa.

La prima cosa da dire è che è stata una campagna assurda. La seconda è che sembra quasi che non lo sia stata. Negli ultimi quattro mesi c’è stato un tentativo di assassinio di un candidato ed ex Presidente (uno solo quello molto evidente, ma forse altri passati sotto traccia), un candidato nonché attuale Presidente a due passi dall’incapacità di intendere e di volere, la prima candidatura di una donna nera alla Casa Bianca, l’uomo più ricco del mondo che fa campagna con la stessa abnegazione di un 16enne al suo primo giorno di volantinaggio per Lotta Comunista. Ma hey, nothing ever happens.
In ogni caso, al momento della resa dei conti, gli argomenti sono risultati essere troppi per poterne discutere in una newsletter dalla lunghezza inferiore nell'Antico Testamento. Indi per cui, vi beccate senza poter fiatare un nostro podcast da più di 40 minuti. Spoiler: non ci sono Phineas e Ferb ma potrebbero esserci tracce di Antonio Cassano.
Enjoy!
Can't sleep under USA flag di Ale Rossi (Ohissa Crw) e Gianluca Tartaglino aka Jangi (fratello di Ohissa Crw)
Top 4 fumetti americani + 1 giapponese assolutamente da tradurre di Leonardo D’angeli
Premetto di non essere la persona più adatta per stilare un elenco di titoli "più meritevoli di altri" di ricevere una traduzione e una distribuzione nel nostro paese per diversi motivi. Ma lo farò comunque.
1. Qualsiasi cosa di James Romberger
"I Fumetti ti spezzeranno il Cuore" è una frase che molti di voi potrebbero ricondurre al tatuaggio di Zerocalcare o al "Mister Miracle" di Tom King e Mitch Gerards (Panini Comics) entrambi ripresi da un dialogo di Jack Kirby presente nel fumetto "Hicksville" di Dylan Horrocks (Reperibile solamente nell'edizione Black Velvet del 2012) .
A prescindere dall'indiscutibile valore di "Hicksville", uno dei migliori fumetti di finzione sull'essere fumettisti (con "Sam Zabel e la Penna Magica" l'autore porterà avanti questo discorso) va ricordato che la scena in cui il "Re" dei comics esclama quelle parole così folgoranti non è altro che un aneddoto rubato da un'altra persona, nonché l'autore di cui vorrei parlarvi, James Romberger a cui la fatidica frase fu rivolta in giovane età dopo la revisione da parte di Kirby di un suo portfolio.
Quando ho visto alcune sue tavole in un video di Filippo Altroquando (Il video in questione è quello su Hicksville, il canale youtube invece vi consiglio di seguirlo) qualcosa è scattato, una scintilla molto simile a quella che ho sentito quando ho scoperto Tim Sale, Tony Salmons, Bill Sienkiewicz o altri nomi tra quelli che io definisco "coraggiosi", che in mercati mainstream sono riusciti ad affermarsi con personalità senza omologarsi.
Nei disegni immersivi di James si possono vedere tante influenze, le sue tavole sfruttano a pieno il media fumetto e catturano subito un occhio attento che sa come farsi trasportare durante la lettura.
Il libro con cui ho iniziato a recuperare ogni suo lavoro è "Seven Miles At Seconds" edito ora da Uncivilized Books (prima Fantagraphics), sorta di biografia frammentata e allucinata sull'artista e attivista americano, David Wojnarowicz, con gli splendidi acquerelli della moglie Marguerite Van Cook. Oltre agli splendidi momenti psichedelici e alle scene urbane degne del miglior Frank Miller spiccano scene come quella di una splash page con il protagonista in versione kaiju che demolisce una chiesa. Scena che assume ancora più importanza venendo a conoscenza dell’omosessualità di Wojnarowicz.

In questa e altre opere si può riscontrare un'attenzione per quanto riguarda la vita in strada, che spesso è presente anche nei suoi dipinti a pastello dove vengono raffigurati stralci di vita newyorkese.
Consiglio caldamente di recuperare tutto quello che ha fatto (Da "Late Child" a "Post York", passando per tutte le produzioni vertigo e le storie brevi sparse) e di seguirlo si instagram dove posta spesso work in progres incredibili.
2. "Old Caves" di Tyler Landry (2023)
Continuerei con un altro autore pubblicato da Uncivilized Books, Tyler Landry, di cui purtroppo ho letto solo un fumetto, "Old Caves" appunto.
Esperienza di lettura che accosterei a un film di Kelly Reichardt (Regista che vi consiglio di platinare).
Vignetta dopo vignetta, lo spazio bianco si fa sempre più pungente ma necessario per tamponare le ferite nere di un solitario protagonista, come se fosse un rifugio opprimente da un passato che riserva solo sofferenza.
Una delle letture più belle dell'anno scorso, per me, artisticamente coinvolgente quasi quanto "Night Fisher" di R Kikuo Johnson (Coconino Press), tutta la bravura di Landry emerge con la sottrazione di elementi che paradossalmente rende tutto più pieno nonostante la desolazione.
Non sono solito a raccontare la trama anche perché qui è tutta da scoprire ma posso anticipare che c'è tanta neve.
3. "Tumult" di John Harris Dunning e Michael Kennedy (2018)
Giallo che viene attribuito dalla stessa casa editrice (SelfMadeHero) a nomi quali Alfred Hitchcock e Patricia Highsmith ("L' Altro Uomo" cui è tratto il film dello stesso Hitchcock e "Carol" stesso discorso solo con Haynes).
Interessante per me soprattutto per i disegni e la colorazione, Michael Kennedy, che prima non conoscevo ma di cui poi ho recuperato diversi web comic e che nei lavori in solitaria dimostra una forte connessione con le forme di Chris Ware.
In "Tumult" la narrazione scorre bene soprattutto per i disegni che per inchiostrazione, sembrano rifarsi agli ultimi fumetti di Mazzucchelli anche se la regia (anche per via di una sceneggiatura forse troppo letteraria) non esce dai binari ma rimane comunque prevalentemente cinematografica.
La colorazione sempre di Kennedy è la ciliegina su una torta non memorabile ma che comunque andrebbe provata.
4."Kamui Den" di Sanpei Shirato. (1964 - 1971)
Kamui Den è il +1 giapponese. Opera che gli americani si sono sbrigati a pubblicare in omnibus prima degli altri, si trova in questa lista per incentivo a seguire l’esempio.
Non ho molto da dire su questo, non l'ho mai letto. Però penso che meriti una pubblicazione cartacea di più rispetto a due variant dello stesso fumetto in edizione cartonata.
Al momento nonostante Shirato sia morto da più di due anni non si trova nulla in Italia di suo a parte i volumi rimasti della compianta Hazard Edizioni ed è un peccato anche solo per importanza.
Credo in oltre che questo fumetto sia stato una grande fonte di ispirazione per "La Spada dei Kamui" (Fondamentale per capire "Ninja Scroll" di Kawajiri che gode decisamente di fama maggiore) film animato diretto dal grande regista di "Metropolis" (2001), Rintarō.
5. "The Freak" di Matt Lesniewski. (2019)
Ho conosciuto questo autore su instagram (prima che Matt Kindt lo reclutasse per "Crimson Flower") e mi ha subito conquistato un pò come Al Gofa e Maxime Gérin per il fascino anacronistico e per l'enorme talento espressivo.
Il suo primo lavoro da autore completo e purtroppo unico che abbia letto è "The Freak" (AdHouse Books), storia di un uomo emarginato per il suo aspetto in un contesto molto simile a un film post-apocalittico australiano come può esserlo quello della tetralogia di George Miller o il bellissimo "The Rover" della A24 diretto da David Michôd.
Lesniewski delinea il suo mondo con tratteggi sottili e forme oblunghe ma resta fedele a un canone estetico che porta avanti fino alla fine ottenendo immersione e pacing davvero invidiabili. Da tenere d'occhio.
Bambone - di Alessandro Piras
Alessandro Piras viene avvistato per la prima volta in Sardegna nel 1997. Si aggira nelle scene artistiche Sarde e Bolognesi con vari progetti che spariscono nel nulla, lasciando poche tracce (di Maionese). Si dice possieda il sesto pezzo segreto di Exodia il proibito. Se dovesse introdursi in casa tua non disturbarlo, andrà via da solo dopo aver consumato tutta la Maionese che hai, lasciando una teglia di pollo e patate al forno sul tavolo.
5 COSE PER LE QUALI ANDARE IN AMERICA di Martino Petrella
I grandi spazi aperti. Di solito c'è molto più spazio tra una città e l'altra rispetto a qui. Se volete stare per conto vostro vi consiglio di andare a cercare qualche bella pianura americana, lì troverete sicuramente conforto.
I cartelli pubblicitari enormi e i negozi a forma di mascotte o pupazzi
Il rock ‘n’ roll. Qui non c'è più perché va di moda il raps ma in America non si è ancora estinto. Potete trovarlo in alcuni parchi naturali dove prolifera in un ambiente protetto grazie al lavoro di ricercatori e studiosi.
I panini con le salse che non conosci e che non conoscerai mai (sono molto buoni)
I libri di Richard Brautigan
5 COSE PER LE QUALI ANDARE VIA DALL'AMERICA di Martino Petrella
Tutte le pistole e tutti quelli che le usano per sparare e creare scompiglio
Le misure strane, non si capisce niente e non voglio imparare cos'è un gallone
Il cibo che sembra tutto fuorché cibo (non lo voglio mangiare)
Certi leader politici (sapete di chi sto parlando 😉)
I film con Adam Sandler
Ora dobbiamo andare che abbiamo la lasagna di hotdog ripieni di spaghetti crudi nel forno. Ciaoooooo!
Extra:
Unabomber italiano
Se avete questioni da porre a Trump o alla Harris, vi risponderanno sicuramente qui.
Figli degli hamburger
Approfondimento su David Wojnarowicz
Corso di U.S.A. entry level + maratonina elezioni
Merch delle elezioni